Questacalabria
24/03/1978
LA RICERCA DEL TEATRO “POVERO"
“Cuntannu ‘na storia” rappresenta il primo momento di una proposta di teatro per ragazzi e d’animazione e costituisce la prima, positiva, verifica della ricerca che il R.A.T. da anni. “... Una luce fende il buio, mentre ai lati della piccola arena del teatro-circo due cantastorie fanno rullare i tamburi evocando via via i personaggi e le storie di questo “Cuntannu ‘na storia”, favola per maschere e pupazzi. Lo spettacolo diviso in sequenze, è una sorta di lungo viaggio indietro nel tempo nella favolistica tradizionale del meridione, un fantastico mondo popolato da inermi fanciulle prede di orrendi incantesimi e di epiche guerre tra la Regina Bianca - personificazione della fecondità - e il Re Nero - incarnazione del male e presagio di lutti e calamità...
Importante ed indicativo è l’uso fondamentale delle maschere e dei pupazzi, materiale e strumento principale della cultura popolare calabrese... Asse portante dell’intero spettacolo sono le musiche e le danze, tutte liberamente elaborate da quelle tradizionali, che costituiscono il filo rosso delle associazioni narrative che si intrecciano nell’arena. La scena, essenziale nella sua geometria e dominata dal netto contrasto di bianco e nero, è assieme alle maschere e ai costumi ispirate ad una sorta di gioco quasi surreale, espressione evocante ancestrali riti esorcistici e mitici... “
(PierFrancesco Bruno)

L’Unità
04/03/1978
UNA FAVOLA POPOLARE DI MASCHERE E PUPAZZI
“... Il mito e la favola sono alla base dello spettacolo che si svolge secondo le sequenze dei racconti tradizionali del Mezzogiorno, con uso di maschere, trampoli, e pupazzi che richiamano alla mente quelli delle feste popolari...
Via via evocate dalle ritmate battute dei tamburi dei due cantastorie, vengono narrate le guerre epiche della Regina Bianca e del Re Nero e le storie dell’eterna e mai appagata fame del popolo e dell’intrepido marinaio-eroe che insegna, novello Prometeo, il fuoco agli uomini e li difende dal predace Uccello d’argento, funereo messaggero... nella sua struttura affida ogni suggestione alla musica e alle danze e al misurato mestiere dei giovani attori che dosano perfettamente la loro espressività gestuale e drammaturgica... “ (PierFrancesco Bruno)