Compagnia Teatrale Lalineasottile
Attivita'
di produzione
"...Più che raccontare la storia di una donna, lo spettacolo opera un'intensa introspezione umana ed emotiva sulla figura di una donna disperata, sola, vittima "simbolica" e non casuale di tutte le guerre. Alla pura narrazione il testo preferisce il racconto mediato dal sogno, che inevitabilmente diventa incubo.La memoria annebbiata da orribili visioni rincorre la realtà,distorcendone la percezione e portando alla follia. Il tono, volutamente uniforme e ossessivo, trasmette efficacemente quel senso di angoscia che solo l'oppressione e la violenza riescono a provocare. Ciò che emerge è anche lo spaventoso smarrimento del sè e il difficile adattamento all'identità ereditata dall'esperienza di guerra...) (Fabio Grandinetti) |
"...I
cinquanta minuti di rappresentazione manifestano un urlo, quella di una
donna tra le macerie, come tante, nel medio oriente, in Africa, nei territori
depredati dall'identità. Un urlo di dolore, di denuncia, di morte.
Una voce corale, triste bandiera popolare.Tra gli spettri di una città
cancellata e quelli interiori che riaffiorano materializzati nella solitudine.
Di trovarsi di fronte il nulla, i resti di edifici disossati, polvere
come fosse neve che copre la strada, il sangue sui muri, scarpe di bambini
tra la cenere, bambole mozze. Tutto questo raffigurato scenograficamente
sul palco. Grembo gravido di materia sensibile.... |
"Una
donna sola, un monologo intenso che ripropone un tema drammaticamente
attuale: la guerra, sinonimo di morte e distruzione, violenza e oppressione.... |
Vivere
la morte: è il paradosso della guerra. Chi tra le macerie di una
città distrutta esala ancora respiri e ridesta le proprie membra
è Jenin, la donna che cenno dopo cenno scopre non esservi più
neppure un brandello della sua esistenza. La morte violenta rinserra nei
suoi testimoni finanche il grido di dolore: lo incastra nei più
remoti anfratti del corpo, lo strozza quel dolore quando vorrebbe urlare.
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Lo spettacolo cerca di trasmettere il materico delle impressioni sulle esperienze di guerra. Dal postconflitto, quando non restano che macerie, fuori, per ciò che resta della città, e dentro, con lo spirito fatto a brandelli. Un'esposizione del dolore, dell'incubo, della lacerazione. Ma non un piagnisteo, pittosto un'espiazione. |
"Jenin.
Incubi di guerra" progettato e diretto da Massimo Costabile è
un profondo urlo di costrizione, che si erge dalle macerie storiche d'ogni
sopraffazione, abuso, oppressione, cui è sottoposta l'umanità
donna. Antonella Carbone è protagonista di un intenso monologo
che rende bene la dimensione dell'incubo di una tragedia assolutamente
contemporanea ma dalla presenza antica e continuata. La guerra raccontata
nelle parole di una lunga suite di uno spasimo che non ha più la
forza di cercare ragione e che diventa orrore, anzi l'Orrore... |
Il
sapiente riadattamento del regista Massimo Costabile di tre testi sull'argomento,
vede sul palco una Antonella Carbone in splendida forma. Capace di trasmettere
emozioni e sentimenti, quasi come se in mezzo ai bombardamenti di Beirut
e agli spari dei cecchini ci fossimo anche noi...Jenin ci racconta attraverso
la sua condizione di donna, l'universalità della condizione umana
nonostante ci sia qualcuno che cerca di cancellare le nostre parole, il
nostro pensare non potrà essere sottomesso alle logiche dominanti.
Non ci sono latitudini e razze, solo un dolore perfetto e universale.
La guerra e la desolazione che porta dentro fa diventare Jenin icona di
un teatro che si lega saldamente alla realtà raccontandone gli
incubi ricorrenti, Jenin scéglie di rimanere chiusa in gabbia e
di morire di dolore rinchiusa, perché il suo volo è stato
interrotto dagli spari, come quello degli uccellini che aveva in una voliera.
Jenin è senza età quando sogna di "orecchie sparse
per le strade e di occhi cavati che galleggiano nelle tazzine di caffè".
E al grido di aiuto di Jenin la terra rimane muta, imbevuta di troppo
sangue innocente. Nessuno potrà colmare il solco dei nostri cuori.
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Una
manata di vernice rosso sangue spalmata ad inizio spettacolo su una
specie di "muro del pianto universale" che incombe su tutto:
fa ombra sull'esistenza della protagonista (Antonella Carbone), che
"sanguina dal di dentro" tra campi coltivati a fucili"
e racconti di disgrazie e miserie introdotte da bladerunneriani "ho
visto"... |
L'INCUBO della guerra. Ricorrente, nelle cronache cartacee e visive, come nelle vite di milioni di persone. Uomini e donne straziati da sogni fatti di paure. Lo spettacolo mescola tre lavori molto diversi eppure vicini per temi e sensazioni. Si parte da "Troiane" di Euripide in cui il dolore per la sconfitta dei troiani si unisce al senso della fine della città di Troia e di ciò che essa rappresenta a "Incubi da Beirut", in cui Ghada Samman, scrittrice siriana racconta i suoi giorni intrappolata in una casa di un quartiere di Beirut accerchiato da cecchini opposti tra loro, fino a "Jenin, un campo palestinese del marocchino Tahar Ben Jelloun, in cui una donna nel campo profughi vaga disperata fra i resti impolverati, cercando qualcosa che sia sopravvissuto al conflitto. Pur nella varietà di stili e filoni letterari, il filo conduttore è uno solo: la guerra. Un'esperienza, un incubo da cui spesso ci si risveglia morti. |
In
scena all’Acquario un monologo sulla guerra |
Dalla metà del mese di novembre è in corso il progetto La scuola e il teatro per la pace contro ogni tipo di violenza, organizzato dalla Compagnia La Linea Sottile Centro Rat di Cosenza e il gruppo 217 Cosenza di Amnesty International. Il progetto nasce dalla volontà di sensibilizzare gli studenti verso tematiche tristemente attuali ma che spesso ricevono attenzione solo quando riferite a situazioni a noi più vicine. La guerra, la violenza, le lotte per il riconoscimento dei diritti umani sono argomenti che entrano solo marginalmente nella nostra quotidianità. Il punto di partenza del progetto è lo spettacolo "Jenin.Incubi di guerra" del regista Massimo Costabile…. Gli studenti non saranno solo spettatori di un evento teatrale, ma potranno partecipare con propri elaborati alle successive fasi del progetto in cui gli elaborati scritti selezionati saranno pubblicati e distribuiti nelle scuole della provincia e saranno rappresentati in forma di recital nelle scuole partecipanti, con gli elaborati pittorici sarà allestita una mostra nel Centro Internazionale Formazione delle Arti di Cosenza. |
Elaborati
dagli alunni anche poesie e dipinti sulla guerra |
Studi grafici inerenti
all'installazione
Installazione e particolari della scenografia
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