TOMMASO
CAMPANELLA
o dell'utopia mancante
Sequenze
di immagini, di suoni, di gesti, di materiali, che si sviluppano per associazioni,
come in una composizione "poetica", come tentativo di esprimere, tramite la
pretestuale figura di Campanella, le problematiche e le contraddizioni laceranti
del vivere l'utopia, insita nel progetto di trasformazione della società.
"Visionario" per definizione, Campanella verificò la sua utopia" sul terreno
stesso della prassi" e della sua profonda conoscenza delle condizioni economico-politico-sociali
del Mezzogiorno, confrontando, di volta in volta, il suo legame profondo con
la vita della popolazioni meridionali, colto attraverso tutto il bagaglio
di tradizioni, credenze, superstizioni, con lo sviluppo delle conoscenze scientifiche.
Campanella, come problematica contemporanea della dialettica fra teoria e
prassi, fra l'utopia" e progetto pratico di trasformazione, problematica che
si muove per contraddizioni, ambiguità, "mancanza" di certezze. Uno spettacolo
che si muove anche sulle contraddizioni odierno del "fare teatro", e su un
confronto con il "popolare", vissuto come critica dell'uso puramente "folkloristico",
che ne viene fatto, cioè sull'uso esclusivo delle strutture superficiale della
comunicazione popolare. Critica che viene esercitata nella dialettica stessa
dello spettacolo attraverso l'uso concreto dei mezzi: dai pupazzi, al corpo
dell'attore, alla musica.